Nel linguaggio comune la Prima Guerra Mondiale è conosciuta semplicemente come la “Grande Guerra”, nome rimastole nonostante poco più di vent’anni dopo ne venne combattuta un’altra più lunga e feroce.
Nella prima guerra mondiale l’Italia prima neutrale, entrò in guerra dopo la firma del Patto di Londra. L’accordo prevedeva lo schieramento dell’Italia al fianco dell’Intesa in cambio – in caso di vittoria – dell’annessione del Trentino, dell’Alto Adige, della Venezia Giulia e dell’Istria – con l’esclusione di Fiume – e una parte della Dalmazia. Il comando dell’esercito venne affidato al generale Luigi Cadorna. Il fronte aperto dall’Italia contro l’Austria-Ungheria ebbe come teatro le Alpi e lo sforzo principale per sfondare il fronte fu concentrato nella regione delle valli dell’Isonzo. Nel 1917 gli austro-ungarici e i tedeschi ruppero il fronte convergendo su Caporetto e accerchiando le truppe italiane. La rottura del fronte provocò il crollo delle postazioni italiane lungo l’Isonzo e la loro ritirata. Conseguenze della disfatta furono la sostituzione di Cadorna con il maresciallo Armando Diaz in qualità di capo di stato maggiore. Gli austro-ungarici lanciarono una nuova offensiva il 15 giugno del 1918, che vide tuttavia gli italiani resistere all’assalto.
Con l’Impero vicino al tracollo e l’impossibilità di continuare a sostenere lo sforzo bellico nel lungo termine, l’offensiva italiana partì il 23 ottobre dal Piave e portò rapidamente alla vittoria di Vittorio Veneto. L’Austria-Ungheria a quel punto si arrese portò alla firma dell’armistizio di Villa Giusti che poneva fine alla guerra sul fronte italiano. L’anniversario della conclusione vittoriosa della Grande Guerra può costituire oggi un’occasione, una preziosa opportunità, per richiamare alla mente e ricordare cosa ha rappresentato nella storia d’Italia, nella nostra storia, quel 4 novembre.
Per 3 anni e mezzo tutti gli italiani provenienti da ogni regione, da ogni provincia, appartenenti a tutte le classi sociali, con i contadini che costituivano il grosso delle fanterie e gli studenti che, inizialmente, fornivano il grosso degli ufficiali di complemento, vissero e lottarono, spalla a spalla, accomunati dalle ” stellette ” nelle sofferenze.
Ecco perché il 4 novembre, nato come “Festa della Vittoria” (semplicemente “la Vittoria”, per antonomasia) è con il tempo divenuta la “Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate”.
Il messaggio del Ministro della Difesa, On. Guido Crosetto.
Ordine del giorno del Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone.